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C’era una volta problem solving, c’E’ Problem solving

C’era una volta lo storytellig e, se la vita è risolvere problemi, e per fortuna, il futuro è aperto, come scrisse Karl Popper, con Problem Solving c’è ancora lo story telling, ma in versione 2019.

C’ERA UNA VOLTA PROBLEM SOLVING
Come digital marketer cerchiamo di equilibrare gli sforzi tra le misure quantitative ed il valore qualitativo delle campagne social media marketing. Photo by Andrew Worley

Il bello e il brutto del WEB

Oggi i social media hanno cambiato le narrazioni.
Il bello dei social media è proprio questo:
hanno dato una voce a tutti .

E il lato brutto dei social media è che, oggi, hanno dato voce a tutti!

Se fino ad ora chi si è saputo dotare di piattaforme e tecnologie per dare voce a tutti si è soprattutto concentrato sulle metriche, sui numeri e tanti hanno perso il senso del loro scopo: creare valore per il proprio brand!

Una ricerca pubblicata dal Content Marketing Institute mostra che il 60% dei marketers continua a non avere una strategia di contenuto documentata ed il 63% continua a dire che generare traffico e lead è sempre una grande sfida.

Tuttavia, il 73,6% dei marketer prevede di spendere di più
sul contenuto nel 2019

Sembra proprio che troppi marketer non abbiano una idea focalizzata del pubblico, delle persone, che vogliono veramente
coinvolgere.

Come mai?

Qual’è il motivo per il quale il 95% dei contenuti non riesce
a coinvolgere le persone che desidera coinvolgere?
Fino ad ora il contenuto è stato spesso progettato per essere “virale”senza tenere conto che i contenuti dovrebbero essere coinvolgenti, utili e, sopratutto empatici.

Nella nostra esperienza esiste la consapevolezza che l’utilizzo dei social media e dei digital media ci si espone ad una grande
responsabilità. Una responsabilità che talvolta spinge ad essere troppo moderati.

Oggi il contenuto lo si può considerare come un prodotto con un suo marketing mix e i social media non sono ancora visti da questa angolatura.

C’ERA UNA VOLTA PROBLEM SOLVING
Problem Solving c’é ! cerchiamo di equilibrare gli sforzi tra le misure quantitative ed il valore qualitativo delle campagne
Photo by Marten Bjork 

I social media non sono poi così tanto social!

Le persone tendono sempre di più a trasformarsi in brand mentre i brand vorrebbero essere percepiti come persone.

Alcune persone nei social si stanno stancando e, a volte annullano le loro iscrizioni ai social.

Altri, invece, sono troppo occupati a mettere i like ai loro follower, a cercare la scenografia ideale per lo scatto del selfie, a cercare la posa perfetta, condividere quel post che esprime in una citazione più o meno vera, che fa sembrare la loro vita perfetta o, almeno migliore!

Quindi, come può fare a distinguersi chi è sempre attivo e che sembra urlare al mondo: Sono qui! Non mi vedi?

Lo smartphone è primo o il secondo schermo?
Non penso proprio. Potrebbe essere solo l’unico schermo

I telefoni non sono più telefoni. I dispositivi mobili
ora sono tutto. Si possono ormai considerare appendici digitali.
Sono finestre aperte verso nuovi mondi.

Sono ancore di vita che assumono il valore di auto-significa e pseudo auto-realizzazione.
Domanda: Quanto spesso tocchiamo i nostri telefoni?
Risposta: 2.617 volte al giorno.

Secondo uno studio di Michael Winnick pubblicato da
dscout, Studio dedicato agli utenti Android, le persone hanno toccato o strisciato e fatto clic, in media, 2.617, volte al giorno .

Il il 10% più importante del campione analizzato è arrivato a toccare lo schermo del proprio smartphone 5.427 volte al giorno.

Domanda: Quante volte al giorno hanno utilizzato lo smarthphone per telefonare?

Risposta: in media 76 sessioni al giorno.

Il 10% più importante del campione, 132 sessioni al giorno.

Benvenuti nel teatro ad attenzione compulsiva!

Il problema non può essere risolto solo con il giusto content marketing se la causa potrebbe essere la dipendenza da smartphone ed comportamenti multi-tasking.

Nessuno ha più capacità di attenzione, giusto !?
Mi dispiace, cosa stavi dicendo?
Stavo solo scherzando!

C’era una volta problem solving e da problem solver preferiamo approfondire le cause della difficoltà di engagement. Problem Solving c’è!

Ma gli intervalli di attenzione e il multitasking, sono solo i sintomi del problema, non ne sono le cause.

Le persone sono invece iperfocalizzate, ma in cerca di sé stesse, sfuggono nel cercare i feedback delle loro esperienze social. Cercano conferme dei loro paradigmi di comprensione della loro vita!

Le buone notizie?

Le persone che contano non sono distratte, anzi sono le più focalizzate e sono aperte ai giusti contenuti inseriti nei giusti contesti, col formato giusto e nel momento giusto.

C’ERA UNA VOLTA PROBLEM SOLVING
Problem Solving c’é ! cerchiamo di equilibrare gli sforzi tra le misure quantitative ed il valore qualitativo delle campagne
Photo by Rawpixel

C’ERA UNA VOLTA PROBLEM SOLVING

E Problem Solving c’è ancora e può aiutare a pilotare nella tempesta perfetta dei social e nella direzione giusta!

Pensiamo che il valore del content marketing consista prevalentemente nel saper creare piani editoriali in grado di rispecchiare i paradigmi dei valori dei brand con i paradigmi valoriali delle persone importanti,

Problem Solving c’è !

Come digital marketer cerchiamo di equilibrare gli sforzi tra le misure quantitative ed il valore qualitativo delle campagne

Tra iper-investire nel pubblico e nelle semplici strategie quantitative basate solo su metriche vanesie di like, traffico, visualizzazioni e follower che rischiano di portarci lontano dalle persone che contano per il business dei nostri clienti.

Cerchiamo di esprimere un valore aggiunto nei momenti che contano per il Cliente, iniziando da ciò che è importante per i suoi clienti, con una prospettiva di medio termine perché una buona comunicazione è sempre additiva.

C’ERA UNA VOLTA PROBLEM SOLVING
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Contattateci per maggiori dettagli, saremo lieti di parlare con voi.

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La sfida Problem Solving: Strategie Human to Human con straTegie Programmatic ADV

La sfida Problem Solving

Strategie Human to Human Programmatic ADV

Vogliamo andare oltre gli algoritmi

Aiutare i  nostri investitori in tutte le fasi della strategia di branding per identificare algoritmi  personalizzati su ogni target non più considerato come numero, ma come essere umano con  strategie Human to Human di Programmatic ADV

Da semplice Programmatic adv a Human to Human Programmatic ADV .

La programmatic ADV da risultati efficaci, occorre però lavorare per migliorare continuamente l’efficienza della campagne. 

Strategie Human to Human Programmatic ADV

E’ una sfida importante. 

Quando entro al bar sotto l’ufficio, Max, il barista, o la barista, Titti, mi danno il buongiorno personalizzato, “buongiorno Franco”, ormai da dieci anni, e sotto al mio ufficio di bar ce ne sono almeno sei. Ma il caffé, l’aperitivo, o la pausa pranzo la consumo lì. E non è il più vicino!

Potere delle relazioni.

Sarà il driver più importante per vincere la sfida 2017 per i nostri clienti è proprio questa.  Non disperdere nessuna impression, nessun click thrue, nessun engagement dei nostri clienti per innestare relazioni di lungo termine con tutte le persone coinvolte dalle  campagne dei nostri clienti.

E’ una vera e propria strategia che coinvolgerà tutto il team di comunicazione dei nostri clienti.

Strategie Human to Human Programmatic ADV

Smart Simplicity Strategy = autonomia + cooperazione

L’architettura della  smart strategia è illustrata nell’immagine del funnelmarketing:

7 passi tattici del funnelmarketing

Oggi è semplice, possibile, concretamente realizzabile e a costi contenuti seguendo questi 7 passi.

I passi sono semplici, vediamo quali sono, nel caso di una campagna diretta al mercato italiano:

  1. Si parte dal WEB, total digital audience nel mese di novembre, un bacino di 30,1 milioni di utenti, il 54,7% degli italiani dai due anni in su, online complessivamente per 54 ore e 51 minuti nel mese di novembre ’16. Nel giorno medio si sono collegati almeno una volta dai device rilevati (PC e mobile smartphone e tablet) 23,1 milioni di italiani.(Audiweb 11/2016)
  2. Problem Solving attua la  strategia di programmatic adv:
    1. azioni di targeting e retargeting continui, per passioni, desideri, interessi, del target focalizzando le emissioni dei banner anche solo ai singoli comuni di residenza del potenziale cliente (se siete il marketing manager di  una catena di punti vendita potete comprenderne l’importanza)
    2.  coordinando le azioni dei social media manager, anche dei clienti, tenendo sotto controllo i KPI di engagement fino ai minimi costi per per clic verso il website o landing page dei siti dei clienti
    3. creando il funnel, l’imbuto che raccoglie le “azioni” che motivano potenziali clienti a lasciare i loro dati di contatto, alcune informazioni chiave e l’autorizzazione a ricevere comunicazioni a mezzo mail, sms, messenger, o quant’altro sia in linea con la strategia di vendita del Cliente (data driven strategy).
  3. A questo punto i dati vengono sistematicamente ordinati e raccolti in un database. Il Cliente entra in possesso dei lead di persone umane che hanno dimostrato interesse per la sua proposta di vendita. Si inizia la lead generation! 
  4. Il database da solo è importante, ma per esplicitare le sue massime potenzialità necessita di esser un database relazionale, sei il nostro cliente ne è già dotato i dati vengono trasferiti al suo crm, mentre se non ne è dotato Problem Solving è in grado di gestirne uno dedicato e a costi estremamente contenuti.
  5. Da questo momento in poi, mentre continua l’attività di data driven e lead generation Problem Solving da inizio ad un piano editoriale di lungo respiro che permetta di contattare segmenti diversi di clienti potenziali utilizzando i lead contenuti nel crm con la potenzialità di diversificazione dei messaggi fino alla singola persona, in funzione delle risposte che nel tempo vengono capitalizzate nel crm stesso.
  6. Il feed back continua fino alla massima conversione tra clienti potenziali a clienti effettivi tenendo sempre sotto controllo il KPI più importante e complessivo di tutta la strategia che è il ROI di tutto l’investimento: da una parte aumentano il lead e dall’atra le conversioni fino all’empowerment complessivo del business dei nostri clienti. Strategie Human to Human Programmatic ADV
  7. Loyalty strategy: A questo punto  la conoscenza, strutturata, segmentata e profilata dei propri clienti, diventa il patrimonio, l’asset, più importante del Cliente di Problem Solving e supportati dalle colonne che reggono l’etica del business e della continua negoziazione win win con i propri clienti il Cliente di Problem Solving può acquisire una vera lerdership nel proprio mercato con il beneficio di aver internalizzato tutte le attività di media buying come molte importanti brand internazionali: Air France, Kellog’s, Netflix, Procter & Gamble,  etc. Strategie Human to Human Programmatic ADV

Business empowerment adv strategy
Le colonne del business che sorreggono l’etica del business e senza le quali non è possibile impostare nessuna loyalty strategy

Chiedici come accompagnare la tua impresa in questi semplici sette semplici passi, scalabili, con investimenti contenuti e, soprattutto sempre sotto controllo.