C’era una volta lo storytellig e, se la vita è risolvere problemi, e per fortuna, il futuro è aperto, come scrisse Karl Popper, con Problem Solving c’è ancora lo story telling, ma in versione 2019.
Il bello e il brutto del WEB
Oggi i social media hanno cambiato le narrazioni.
Il bello dei social media è proprio questo:
hanno dato una voce a tutti .
E il lato brutto dei social media è che, oggi, hanno dato voce a tutti!
Se fino ad ora chi si è saputo dotare di piattaforme e tecnologie per dare voce a tutti si è soprattutto concentrato sulle metriche, sui numeri e tanti hanno perso il senso del loro scopo: creare valore per il proprio brand!
Una ricerca pubblicata dal Content Marketing Institute mostra che il 60% dei marketers continua a non avere una strategia di contenuto documentata ed il 63% continua a dire che generare traffico e lead è sempre una grande sfida.
Tuttavia, il 73,6% dei marketer prevede di spendere di più
sul contenuto nel 2019
Sembra proprio che troppi marketer non abbiano una idea focalizzata del pubblico, delle persone, che vogliono veramente
coinvolgere.
Come mai?
Qual’è il motivo per il quale il 95% dei contenuti non riesce
a coinvolgere le persone che desidera coinvolgere?
Fino ad ora il contenuto è stato spesso progettato per essere “virale”senza tenere conto che i contenuti dovrebbero essere coinvolgenti, utili e, sopratutto empatici.
Nella nostra esperienza esiste la consapevolezza che l’utilizzo dei social media e dei digital media ci si espone ad una grande
responsabilità. Una responsabilità che talvolta spinge ad essere troppo moderati.
Oggi il contenuto lo si può considerare come un prodotto con un suo marketing mix e i social media non sono ancora visti da questa angolatura.
I social media non sono poi così tanto social!
Le persone tendono sempre di più a trasformarsi in brand mentre i brand vorrebbero essere percepiti come persone.
Alcune persone nei social si stanno stancando e, a volte annullano le loro iscrizioni ai social.
Altri, invece, sono troppo occupati a mettere i like ai loro follower, a cercare la scenografia ideale per lo scatto del selfie, a cercare la posa perfetta, condividere quel post che esprime in una citazione più o meno vera, che fa sembrare la loro vita perfetta o, almeno migliore!
Quindi, come può fare a distinguersi chi è sempre attivo e che sembra urlare al mondo: Sono qui! Non mi vedi?
Lo smartphone è primo o il secondo schermo?
Non penso proprio. Potrebbe essere solo l’unico schermo
I telefoni non sono più telefoni. I dispositivi mobili
ora sono tutto. Si possono ormai considerare appendici digitali.
Sono finestre aperte verso nuovi mondi.
Sono ancore di vita che assumono il valore di auto-significa e pseudo auto-realizzazione.
Domanda: Quanto spesso tocchiamo i nostri telefoni?
Risposta: 2.617 volte al giorno.
Secondo uno studio di Michael Winnick pubblicato da
dscout, Studio dedicato agli utenti Android, le persone hanno toccato o strisciato e fatto clic, in media, 2.617, volte al giorno .
Il il 10% più importante del campione analizzato è arrivato a toccare lo schermo del proprio smartphone 5.427 volte al giorno.
Domanda: Quante volte al giorno hanno utilizzato lo smarthphone per telefonare?
Risposta: in media 76 sessioni al giorno.
Il 10% più importante del campione, 132 sessioni al giorno.
Benvenuti nel teatro ad attenzione compulsiva!
Il problema non può essere risolto solo con il giusto content marketing se la causa potrebbe essere la dipendenza da smartphone ed comportamenti multi-tasking.
Nessuno ha più capacità di attenzione, giusto !?
Mi dispiace, cosa stavi dicendo?
Stavo solo scherzando!
C’era una volta problem solving e da problem solver preferiamo approfondire le cause della difficoltà di engagement. Problem Solving c’è!
Ma gli intervalli di attenzione e il multitasking, sono solo i sintomi del problema, non ne sono le cause.
Le persone sono invece iperfocalizzate, ma in cerca di sé stesse, sfuggono nel cercare i feedback delle loro esperienze social. Cercano conferme dei loro paradigmi di comprensione della loro vita!
Le buone notizie?
Le persone che contano non sono distratte, anzi sono le più focalizzate e sono aperte ai giusti contenuti inseriti nei giusti contesti, col formato giusto e nel momento giusto.
C’ERA UNA VOLTA PROBLEM SOLVING
E Problem Solving c’è ancora e può aiutare a pilotare nella tempesta perfetta dei social e nella direzione giusta!
Pensiamo che il valore del content marketing consista prevalentemente nel saper creare piani editoriali in grado di rispecchiare i paradigmi dei valori dei brand con i paradigmi valoriali delle persone importanti,
Problem Solving c’è !
Tra iper-investire nel pubblico e nelle semplici strategie quantitative basate solo su metriche vanesie di like, traffico, visualizzazioni e follower che rischiano di portarci lontano dalle persone che contano per il business dei nostri clienti.
Cerchiamo di esprimere un valore aggiunto nei momenti che contano per il Cliente, iniziando da ciò che è importante per i suoi clienti, con una prospettiva di medio termine perché una buona comunicazione è sempre additiva.
Contattateci per maggiori dettagli, saremo lieti di parlare con voi.
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