I marketing manager e la trasformazione digitale, il punto di Forrester: Solo il 16% dei CMO è responsabile della guida della trasformazione digitale dell’azienda.
Significa che ci sono tante opportunità da poter sfruttare nelle professionalità del marketing per potersi poi dichiarare chief marketing office e sedersi i con la corretta responsabilità nelle C-Suite.
La top mission per un marketing manager nella trasformazione digitale?
Sempre secondo l’analisi delle ricerche Forrester sarà quella di saper indirizzare l’esperienza del cliente E’ il momento di ripensare al ruolo del CHIEF MARKETING OFFICER, del marketing manager, nell’importante momento della trasformazione digitale.
In realtà i CMO che guidano proattivamente o che siano
coinvolti profondamente nella trasformazione digitale
sono pochi .
Altri colleghi quali responsabili IT, i responsabili dei processi operativi, e i responsabili ricerca e sviluppo sembra che siano all’avanguardia nel colmare il divario tra le gestioni analogiche e quelle digitali, ma, all’inerno delle imprese non possono rappresentare significativamente le voci dei clienti e noon possono offrire vitalità al brand come i CMO
E’ il momento per i CMO di assicurarsi che la trasformazione digitale fornisca effettivamente un’esperienza migliore per il cliente.
Quali sono i motivi per cui i CMO oggi sono in conflitto con la trasformazione digitale?
Generalmente hanno i budget più consistenti, ma il mandato temporale più breve nel C-suite, il tavolo dei manager dell’impresa.
Di conseguenza, i CMO lottano per offrire contemporaneamente soddisfazione breve termine verso i clienti mentre la trasformazione digitale necessita di periodi lunghi.
Detta e spiegata come se avessimo 5 anni e per esperienza vissuta in prima persona? Per un marketing manager é più facile giocare con i costi variabili delle promozioni, che impegnarsi nel medio termine in una sfida a costi fissi necessari alla trasformazione digitale, funzionale alla comunicazione dei valori espressi dal loro brand.
A questo punto la frustrazione dei CMO, dei marketing manager, diventa esplicita!
Non riescono a concretizzare la consegna di tutti i valori espressi dal brand ai Clienti!
Circa il 41% delle organizzazioni dichiara che il marketing ha la responsabilità primaria dell’esperienza del cliente. Anche quando i CMO sono ufficialmente responsabili dell’esperienza del brand, non necessariamente possiedono i team e le risorse che garantiscono la promessa della marca in tutti i punti di contatto, nei momenti della verità. Sono troppi i nuovi ruoli emergenti nelle C-suite che pensano alla crescita, al digitale, ed al customer officer. Rischiano di impedire al CMO di agire come voce del cliente e come pilota dell’esperienza del brand in tutta l’organizzazione.
Spesse volte non sono in grado di stare al passo con i cambiamenti, specialmente nei dati e nella tecnologia.
Pensate a quanti CRM sono usati solamente come database!
Vedi grafica.
Che cosa possono fare i Chief Marketing Operation?
Inizia trasformando il tuo approccio di marketing. Saper creare il giusto mix di abilità ibride nella propria squadra; creare un team. saper abbracciare l’agilità e saper investire in soluzioni tecnologiche creative che offrano esperienze differenziate ai diversi cluster di clienti, non solo con i canali digitali ma anche per quelli tradizionali offline. Come voce del cliente, il marketing manager può essere l’ambasciatore dell’ossessione del cliente nel micro ambiente di qualsiasi impresa. I CMO dovrebbero assicurarsi di avere un mandato chiaro come ambasciatori del cliente, traducendo i valori della loro azienda in una visione del brand concretizzabile e tangibile, riunendo team interni e partner strategici esterni per collaborare e superare le aspettative dei clienti, come da ormai anni stiamo suggerendo ai nostri clienti.
Articolo liberamente tradotto da: Forbes – Thomas Husson , Vicepresidente, pubblicato il 05/02/19 – Commenti personali in corsivo.
Eccellenza competitiva e distintiva
Per tutti i giovani manager, i quadri e chiunque abbia un ruolo di responsabilità all’interno di un’organizzazione, “Eccellenza competitiva e distintiva” rappresenta la guida ideale per posizionare il proprio brand individuale all’interno delle organizzazioni, facilitare le proprie eccellenze comunicazionali finalizzate all’ottenimento di ciò che si vuole: come persona, come team e come organizzazione. Un percorso attraverso il riconoscimento degli aspetti cognitivi delle relazioni, che permette di “volare alti” superando abilmente preconcetti e pregiudizi, focalizzando i messaggi relazionali con un controllo continuo dei feedback verbali e non verbali e, le energie proprie e dei collaboratori sulle priorità delle attività professionali e personali. Apre gli occhi sulle trappole e sugli inganni che il manager affronta nella sua vita quotidiana permettendogli di sviluppare le capacità di separare fatti, opinioni e sentimenti, ottenendo nuove e solide relazioni umane basate sull’etica della fiducia. Prefazione di Paola Lazzarini.