MARKETING DISTINTIVO PROBLEM SOLVING

Come superare le definizioni classiche del marketing per competere con un marketing mix distintivo?

Secondo l’AMA, American Marketing Association, il concetto di marketing, approvato nel passato luglio 2013 è il seguente e non sembra proprio essere distintivo:

Il marketing è l’attività, l’ insieme di istituzioni e processi per la creazione, la comunicazione, la distribuzione e lo scambio di offerte che hanno valore per clienti, partner e società in generale.

Secondo noi questa definizione non è particolarmente esaustiva perché non tiene conto del fatto che nel mercato agiscono contemporaneamente sia competitor, sia concorrenti.

Come creare un marketing mix distintivo, allora?

Infatti esiste una differenza sostanziale tra concorrenti e competitor che influiscono nel macro ambiente imprenditoriale:

I concorrenti fanno le stesse cose, cercano la quota di mercato ed agiscono sugli stessi clienti. I concorrenti nel mercato son come i concorrenti in una maratona cittadina, anche se a New York, son lì per partecipare, non per vincere.

I competitor possono erre invece paragonati agli atleti olimpionici, si preparano anno dopo anno e partono per vincere l’oro, solo in una disciplina, però!

Per essere competitivi, invece, prima si scelgono i clienti che si desiderano raggiungere, poi si determinano le leve di marketing distintivo per posizionarsi al primo posto nel loro processo di acquisto.

https://www.problem-solving.net/marketing-distintivo-problem-solving/

Le ricerche di mercato sono il punto di partenza della competitività.

Così, come per l’AMA la ricerca di marketing marketing è la funzione che collega consumatore, cliente e pubblico attraverso le informazioni utilizzate per identificare e definire opportunità e le minacce e generare, perfezionare e valutare le azioni di marketing;
monitorare le prestazioni dell’impresa e migliorare la comprensione del marketing come processo.

Qui entra il gioco, diventa indispensabile Problem Solving per risolvere i gap, i problemi che emergono dalle ricerche di marketing. Dalle ricerche emergono le le informazioni che dettagliano il gap tra ciò che l’impresa è e ciò che invece desidera essere

Problem Solving idea, progetta il metodo per la raccolta delle informazioni, gestisce e implementa il processo di raccolta dei dati, analizza i risultati e comunica i risultati e le loro implicazioni.

Iniziamo con la fase P.A.R.K. la ricerca delle cause che generano la non competitività: P.A.R.K. Il parcheggio prima della competizione.

Proteggere le cose che possediamo e che hanno valore per i clienti che desideriamo raggiungere,.

Acquisire  le cose che valutiamo importanti e non abbiamo, quindi desideriamo  acquisirle perché sono indispensabili per i clienti che si desiderano.

Rimuovere  le cose si posseggono ma che non aiutano la competitività perché non sono considerate di valore dai clienti che desiderano

Keep out , ovvero tenere lontane le cose che non abbiamo e che non sono desiderate, o non son considerate valoriali  dai clienti desiderati e le teniamo fuori dal micro ambiente

P.A.R.K. in Problem Solving per migliorare sempre di più il marketing mix competitivo!

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Photo by Josh Calabrese

Programmatic ADV – Social – SEO il futuro è presente.

Al via gli Open Days di Federpubblicità.

Il 13 febbraio a Roma il Workshop

“Dal SEO al Programmatic Adv: evoluzione del marketing online per gli operatori del settore”

 

Federpubblicità, l’associazione di operatori della pubblicità aderente a Confesercenti, dà il via agli Open Days, la serie di workshop di approfondimento dedicata ai professionisti del settore che intendono aggiornare le proprie conoscenze e competenze relative al marketing online.

Il primo appuntamento del ciclo di incontri, ‘Dal Seo al Programmatic Adv: evoluzione del marketing online per gli operatori del settore’, è fissato per il prossimo 13 Febbraio 2017, ore 11.00 -15.00 Presso Confesercenti Nazionale, Via Nazionale 60, Roma

Durante il convegno i partecipanti avranno la possibilità di esaminare, insieme a docenti ed esperti, l’evoluzione del marketing nel digitale, dal SEO al Programmatic Adv uno dei settori più dinamici della pubblicità online.

 

Analizzando le opportunità ed i vantaggi offerti dai nuovi strumenti, mezzi e piattaforme software in uso. Aprirà il workshop il saluto del Segretario Generale Confesercenti, Mauro Bussoni. L’introduzione dei lavori, condotti dal Coordinatore Nazionale di Federpubblicità Ermanno Anselmi, sarà affidata a Francesca Savoca, Co-Founder di Maiscom. Seguiranno gli interventi di Mariachiara Marsella, Co- Founder di BEM-Research, di Andrea Albanese, Professore del Politecnico di Milano e Business School Sole 24 ORE e di Franco Fantuzzi, Web Media Planner. Concluderà il convegno il Presidente Nazionale di Federpubblicità Nevio Ronconi.

Programmatic ADV – Social – SEO il futuro è presente.

Roma 19 gennaio 2017

Contatto

Franco Fantuzzi

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Problem Solving e la connettività evolutiva

Problem Solving e la connettività evolutiva  delle strategie di marketing.

La connettività sta cambiando le strategie di market-ing problem solving.

Problem solving e la connetttività

Siamo molto attenti a come la  connettività evolutiva rivoluziona il concetto di marketing. Abbiamo sempre creduto che la parola di marketing dovrebbe essere scritto come market-ing ,  non è un sostantivo è un verbo coniugato nella forma del gerundio, progressivo, un presente continuo. Problem solving e la connetttività

Scrivendolo e pronunciandolo così si può comprendere che  market-ing rappresenta il risultato che impresa è in grado di produrre:  sia per gli aspetti tangibili di profitti e, o, perdite, sia per gli aspetti più intangibili di brand reputation e brand awareness in mercati in continua evoluzione.

Gli indizi e le tendenze sono lì, pronte per esser colte. 

Si stanno affacciando al mercato nuove generazioni di  clienti, sta emergendo a livello globale giovane, urbano, di classe media con una forte mobilità e connettività e che sarà quella che rappresenterà la maggioranza in un prossimo futuro,  

Mentre i mercati maturi si devono confrontare con l’invecchiamento della popolazione, i mercati più emergenti si stanno godendo il dividendo demografico di popolazione più produttiva e più giovane.

Non sono solo giovani, ma son anche migranti. Stanno  rapidamente migrando verso le aree più urbanizzate  e stanno adottando gli stili di vita delle grandi città uno stile di vita delle grandi città.  Pensate un attimo ai primi migranti che oggi si sono riusciti ad integrare nella nostra società. Sono una minoranza rispetto alla totalità, ma ci sono, E in un mercato globale, non globalizzato, ma globale rappresentano una nicchia molto voluminosa.

La maggior parte di questi appartiene ormai alla classe media o superiore ed,ha un buon potere d’acquisto. Salendo da uno status socio-economico più basso,  aspirano a realizzare grandi obiettivi, vogliono fare esperienze sempre più raffinatele, cercano di emulare i comportamenti delle persone appartenenti alle classi superiori. Per queste caratteristiche rappresentano un target interessante per le politiche di marketing da attuare.

Millennians.

Sono i Millennians, nuovi clienti e potenziali clienti del futuro.

Problem Solving e la connettività evolutiva delle strategie di marketing.

 

La loro mobilità li distingue da altri target.  Si muovono, sono sempre in giro, spesso sono pendolari e vivono ritmi di vita sempre più veloci. Per loro tutto è immediato, in tempi rapidi  quasi con ritmi da linguaggio  televisivo, anche se si espongono poco a questo media e, quando sono interessati a temi visti in televisione, essendo sempre connessi, approfondiscono, cercano informazioni sui  loro  dispositivi mobili.

Quando devono decidere se comprare qualcosa in-store, in un punto vendita, ricercano prezzo e qualità in linea con le informazioni che hanno elaborato.

Essendo nativi digitali,  possono prendere decisioni di acquisto ovunque e in qualsiasi momento, da una vasta gamma di dispositivi.  Nonostante la loro esperienza virtuale in Internet, amano sperimentare le cose fisicamente.  Hanno un high-touch value quando interagiscono con i brand e vogliono toccare, annusare, assaporare, portare ai loro sensi il sogno informativo che hanno elaborato dall’esposizione al media televisivo fino alle ricerche fatte sul web e sui social network.

Sono anche molto virtualmente sociali, comunicano e si fidano l’un l’altro inuna continua connessione tra membri di diverse “tribù” con i membri delle quali provano forti sensi di appartenenza e di stima reciproca.

La connettività. Mito o opportunità?

La connettività è senza dubbio il più importante punto di svolta nella storia del marketing.

Certo, non può più essere considerata una nuova parola d’ordine, ma sta cambiando molti aspetti del marketing e non mostra segni di rallentamento.

La connettività ha messo in discussione molte teorie tradizionali e i principali presupposti che marketer  avevano imparato su clienti, prodotti, e la gestione del brand.

La connettività riduce in modo significativo i costi di interazione tra imprese, dipendenti, partner di canale, su tutta la catena del valore, i  clienti,  gli stakeholder, i partner ed i collaboratori. E ciò abbassa,  a volte,  le barriere all’ingresso  a nuovi mercati, consente lo sviluppo del prodotto concorrente, e riduce il lasso tempo per la costruzione del brand.

Ci sono stati diversi casi nei quali la connettività ha stroncato imprese che vivevano sulla rendita delle apparentemente alte barriere d’accesso al loro mercato:

Amazon, ad esempio, ha fatto chiudere molte librerie  e in seguito sta minando l’industria editoriale compresa quella dei quotidiani che perdono vertiginosamente diffusione e readership, anche se riconquistano lettori virtuali sui loro siti web.

Con simili modalità, Netflix ha stroncato i Blockbuster, Spotify e Apple music hanno cambiato i processi  di distribuzione musicale nel mondo.

La connettività cambia anche le modalità d’osservazione dei competitor.

Oggi, la collaborazione con i concorrenti e con i fornitori e la co-creazione con i clienti sono sempre più centrali nelle strategie di marketing problem solving.  

Competere  non è più un gioco a somma zero. I clienti non sono più soggetti passivi.

La connettività accelera le dinamiche di mercato, fino al punto in cui per un’impresa è praticamente impossibile contare solo sulle sue risorse interne per competere sul mercato. Le imprese si trovano di fronte a nuovi paradigmi come quello che per competere, a volte si deve collaborare con soggetti esterni e anche coinvolgere nella propria catena del valore sia i suoi clienti dal massimo potenziale, sia i propri fornitori.

Nonostante l’influenza evidente, la connettività è spesso sottovalutata e vista come una semplice applicazione delle nuove tecnologie. Un problema che i marketer devono affrontare e spesso non  vogliono affrontare.

E vedere la connettività  esclusivamente da un punto di vista tecnologico è,  spesso,  molto  fuorviante.

Nel contesto delle strategie marketing molti vedono la connettività semplicemente come una piattaforma di CRM, un database evoluto, senza pensare che CRM significa  gestire tutta l’impresa basandosi sulle relazioni con i clienti.

Serve una visione di ampio respiro per evitare la trappola della tecnologia fine a sé stessa e, se  è vero che la connettività è stata guidata dalla tecnologia e anche maggiormente verosimile che le tecnologie stiano diventando uno degli  asset strategici sempre più importanti per la vita di qualsiasi impresa, dimenticando il valore ben più profondo della relazione. 

Tante vite sempre più connesse.

Da CONSUMER BAROMETER:  L’Italia è sempre più connessa. Oggi gli Italiani sono più connessi e sono più dipendenti da Internet per fare acquisti”

“Gli smartphone permettono alle persone di guardare video online più spesso.
90% in casa e 31% anche fuori casa. La concentrazione degli utenti sui video è
altissima, anche quando li guardano da un dispositivo mobile” .

Smartphone, tablet, laptop e schermi televisivi ci connettono con la rete.

Gli schermi stanno diventando così importanti nella nostra vita che spendiamo quotidianamente  più di quattro ore del nostro tempo libero  davanti a molteplici schermi, simultaneamente.

Entro il 2019, tra un paio d’anni, secondo una previsione di Cisco, vedremo un incremento del traffico Internet globale alimentato da più di 11 miliardi di dispositivi mobili connessi.

Con una portata così massiccia, la connettività sta trasformando i comportamenti d’acquisto. I clienti entrano nei punti vendita già informati. La ricerca di Google mostra che otto su dieci utenti di smartphone negli Stati Uniti fanno una ricerca cellulare all’interno del punto vendita prima di effettuare un acquisto.

Anche quando si guarda la pubblicità televisiva, il  pubblico televisivo fa una ricerca sul suo apparato mobile. E questa è una tendenza che colpisce i clienti a livello globale. 

Per un marketer quando si può considerare chiusa una vendita?

Se siete marketer problem solving evoluti avrete rispost: “quando il cliente riacquista”! Le altre risposte sono ormai obsolete. I prodotti che godono un buona brand reputation sul web consentono anche la trasparenza. I social media come facebook ed Instagram consentono ai clienti di mostrare e condividere la loro esperienza d’acquisto, che, se positiva  ispira altri clienti. Fate una navigata virtuale su  TripAdvisor e Yelp e osservate come i clienti si informano prima di scegliere un hotel! 

 

Sinergie olistiche

L’olismo (dal greco όλος, cioè “la totalità”, “globalità”) è una posizione teorica basata sull’idea che le proprietà di un sistema non possono essere spiegate esclusivamente tramite le sue componenti.  Dal punto di vista “olistico”, la sommatoria funzionale delle parti è sempre maggiore/differente dalla somma delle prestazioni delle parti prese singolarmente.

Così, per abbracciare pienamente la connettività evolutiva abbiamo bisogno di comprendere appieno tutto il processo che è in grado di generare valore, per ogni impresa , olisticamente, fino ad ottenere una connettività esperienzialmente, sociale.

Ogni evoluzione è un destino

Se è pur vero i nativi digitali, sono oggi rappresentati dai clienti più giovani che sono stati i primi ad adottare la connettività, è sempre pur vero che stanno ispirando i consumatori  più adulti ad utilizzare il web per connettersi e informarsi prima di agire, prima di acquistare.  Così come ogni prodotto ha il suo ciclo di  vita, ogni mercato ha un suo ciclo di vita, anche ogni processo d’acquisto ha il suo ciclo di vita.  Nel corso del tempo, quelli che oggi sono i nativi digitali diventeranno la maggioranza e la connettività alla fine diventerà la nuova normalità. Problem Solving e la connettività evolutiva  delle strategie di marketing.

Contatto

 

Rif.: Branding Strategy Insider – Philip Kotler, tratto dal suo libro, Marketing 4,0 

Problem solving e la connetttività

 

La sfida Problem Solving: Strategie Human to Human con straTegie Programmatic ADV

La sfida Problem Solving

Strategie Human to Human Programmatic ADV

Vogliamo andare oltre gli algoritmi

Aiutare i  nostri investitori in tutte le fasi della strategia di branding per identificare algoritmi  personalizzati su ogni target non più considerato come numero, ma come essere umano con  strategie Human to Human di Programmatic ADV

Da semplice Programmatic adv a Human to Human Programmatic ADV .

La programmatic ADV da risultati efficaci, occorre però lavorare per migliorare continuamente l’efficienza della campagne. 

Strategie Human to Human Programmatic ADV

E’ una sfida importante. 

Quando entro al bar sotto l’ufficio, Max, il barista, o la barista, Titti, mi danno il buongiorno personalizzato, “buongiorno Franco”, ormai da dieci anni, e sotto al mio ufficio di bar ce ne sono almeno sei. Ma il caffé, l’aperitivo, o la pausa pranzo la consumo lì. E non è il più vicino!

Potere delle relazioni.

Sarà il driver più importante per vincere la sfida 2017 per i nostri clienti è proprio questa.  Non disperdere nessuna impression, nessun click thrue, nessun engagement dei nostri clienti per innestare relazioni di lungo termine con tutte le persone coinvolte dalle  campagne dei nostri clienti.

E’ una vera e propria strategia che coinvolgerà tutto il team di comunicazione dei nostri clienti.

Strategie Human to Human Programmatic ADV

Smart Simplicity Strategy = autonomia + cooperazione

L’architettura della  smart strategia è illustrata nell’immagine del funnelmarketing:

7 passi tattici del funnelmarketing

Oggi è semplice, possibile, concretamente realizzabile e a costi contenuti seguendo questi 7 passi.

I passi sono semplici, vediamo quali sono, nel caso di una campagna diretta al mercato italiano:

  1. Si parte dal WEB, total digital audience nel mese di novembre, un bacino di 30,1 milioni di utenti, il 54,7% degli italiani dai due anni in su, online complessivamente per 54 ore e 51 minuti nel mese di novembre ’16. Nel giorno medio si sono collegati almeno una volta dai device rilevati (PC e mobile smartphone e tablet) 23,1 milioni di italiani.(Audiweb 11/2016)
  2. Problem Solving attua la  strategia di programmatic adv:
    1. azioni di targeting e retargeting continui, per passioni, desideri, interessi, del target focalizzando le emissioni dei banner anche solo ai singoli comuni di residenza del potenziale cliente (se siete il marketing manager di  una catena di punti vendita potete comprenderne l’importanza)
    2.  coordinando le azioni dei social media manager, anche dei clienti, tenendo sotto controllo i KPI di engagement fino ai minimi costi per per clic verso il website o landing page dei siti dei clienti
    3. creando il funnel, l’imbuto che raccoglie le “azioni” che motivano potenziali clienti a lasciare i loro dati di contatto, alcune informazioni chiave e l’autorizzazione a ricevere comunicazioni a mezzo mail, sms, messenger, o quant’altro sia in linea con la strategia di vendita del Cliente (data driven strategy).
  3. A questo punto i dati vengono sistematicamente ordinati e raccolti in un database. Il Cliente entra in possesso dei lead di persone umane che hanno dimostrato interesse per la sua proposta di vendita. Si inizia la lead generation! 
  4. Il database da solo è importante, ma per esplicitare le sue massime potenzialità necessita di esser un database relazionale, sei il nostro cliente ne è già dotato i dati vengono trasferiti al suo crm, mentre se non ne è dotato Problem Solving è in grado di gestirne uno dedicato e a costi estremamente contenuti.
  5. Da questo momento in poi, mentre continua l’attività di data driven e lead generation Problem Solving da inizio ad un piano editoriale di lungo respiro che permetta di contattare segmenti diversi di clienti potenziali utilizzando i lead contenuti nel crm con la potenzialità di diversificazione dei messaggi fino alla singola persona, in funzione delle risposte che nel tempo vengono capitalizzate nel crm stesso.
  6. Il feed back continua fino alla massima conversione tra clienti potenziali a clienti effettivi tenendo sempre sotto controllo il KPI più importante e complessivo di tutta la strategia che è il ROI di tutto l’investimento: da una parte aumentano il lead e dall’atra le conversioni fino all’empowerment complessivo del business dei nostri clienti. Strategie Human to Human Programmatic ADV
  7. Loyalty strategy: A questo punto  la conoscenza, strutturata, segmentata e profilata dei propri clienti, diventa il patrimonio, l’asset, più importante del Cliente di Problem Solving e supportati dalle colonne che reggono l’etica del business e della continua negoziazione win win con i propri clienti il Cliente di Problem Solving può acquisire una vera lerdership nel proprio mercato con il beneficio di aver internalizzato tutte le attività di media buying come molte importanti brand internazionali: Air France, Kellog’s, Netflix, Procter & Gamble,  etc. Strategie Human to Human Programmatic ADV

Business empowerment adv strategy
Le colonne del business che sorreggono l’etica del business e senza le quali non è possibile impostare nessuna loyalty strategy

Chiedici come accompagnare la tua impresa in questi semplici sette semplici passi, scalabili, con investimenti contenuti e, soprattutto sempre sotto controllo.

 

Problem solving – data driven

 

Problem solving – data driven

Programmatic adv by problem solving
L’ultima conferma proviene da un sondaggio, condotto nel terzo trimestre del 2016, dalla Data & Marketing Association (DMA) e da Winterberry Group, che ha coinvolto gli stessi membri dell’associazione. Molti marketer hanno dichiarato l’intenzione di aumentare la spesa sul marketing data-driven alla fine del 2016.

 

Data driven è un’espressione anglofona che si può tradurre in “come guidare i dati” al mio sito. Problem Solving è già pronto: Problem solving – data driven.

La ricerca di emarketer.com sulle modalità di targeting degli operatori americani sembra consolidare le modalità di targeting che stiamo già utilizzando qui in Italia:

I marketer delle imprese btob, o meglio human to human,  U.S.A. hanno citato il marketing e la pubblicità cross-canale prima e cross-dispositivo poi, con il targeting lookalike al terzo posto.

Esattamente come sta operando Problem Solving, ora!

Raggiungere i propri potenziali clienti attraverso un mediamix ideale tra Programmatic adv e social media management col mix ideale di dispositivi, pc, tablet, smartphone, etc laddove essi vivono!

Vuoi sapere come targetizzare e raggiungere  i tuoi potenziali clienti? Chiedicelo!

Vuoi saperne di più sulla Programmatic ADV by Problem Solving?

data driven - problem solving

Sempre emarketer ci illumina sul mediamix ideale (sempre secondo il mercato USA)

Gli influencer marketing suggeriscono  i metodi e le fonti che i consumatori utilizzano per scegliere i prodotti e servizi controllandone la reputazione on-line s

Tipi di annunci che ci utenti Internet di fiducia quando si effettua una decisione di acquisto, ottobre 2016 (% degli intervistati)

Il dilemma generazionale

Alcuni consumatori danno minor fiducia ai  messaggi dei brand  e più danno maggior fiducia a fonti web come le recensioni online;

altri consumatori, invece affermano il contrario.

Un sondaggio ottobre 2016 da MarketingSherpa ha rilevato che l’80% o più di utenti internet statunitensi da fiducia annunci stampa su quotidiani, riviste e spot televisivi per le proprie scelte di acquisto.

 Alcuni (il 39%)  degli intervistati ha dichiarato di fidarsi banner pubblicitari on-line, e un altro 39% ha detto che si sono fidati annunci per cellulari.

Fonte più attendibile per informazioni accurate prodotto secondo US utenti Internet, da Generation, Maggio 2016 (% degli intervistati in ciascun gruppo)

Generazioni diverse  attribuiscono diversi livelli di fiducia diverse alle varie fonti di informazione.

Prendiamo ad esempio un sondaggio maggio 2016 condotto da Salesforce , che ha esaminato le fonti più attendibili per ottenere informazioni più precise di prodotto segmentando le generazioni Millenials, Genx, Baby boomer.

Mentre  i Baby boomer credono maggiormente ai brand rispetto ai loro coetanei più giovani, le generazioni, come i Millennials sono stati più favorevoli verso le critiche, le recensioni on line rispetto ai messaggi sponsorizzati dalle imprese.

Uno sguardo all’Italia?

data driven - problem solving
Panoramica Digital Italia

Nel giorno medio, fino a novembre 2016 erano online 23,1 milioni di italiani, collegati tramite i device rilevati – PC e mobile (smartphone e tablet al netto delle sovrapposizioni) per 2 ore e 23 minuti per persona.
Hanno navigato da mobile 20,1 milioni di italiani tra i 18 e i 74 anni, in media per 2 ore e 5 minuti per persona.

A novembre era online nel giorno medio, sia da pc che da mobile (smartphone e tablet), circa il 60% della popolazione tra i 18 e i 54 anni e il 31,5% della fascia più matura tra i 54 e i 74 anni.

Dai dati sulla provenienza geografica degli utenti online il 45% degli italiani dell’area Nord-Ovest (6 milioni), il 42,6% dall’area Nord Est (3,7 milioni), il 41,2% dal Centro (3,7 milioni) e il 37,9% dall’area Sud e Isole (8 milioni).

Per quanto riguarda la distribuzione del tempo trascorso online, il 77,2% è generato dalla navigazione da mobile (smartphone e tablet), con quote maggiori raggiunte in generale dalle donne, con l’83,5% del tempo complessivo trascorso online da mobile, e dai giovani tra i 18 e i 24 anni che hanno dedicato l’84,1% del tempo online alla navigazione mobile.

Sintesi: se ci si rivolge a target adulti la Tv e la stampa, le radio possono ancora  essere utili, ma si vuole iniziare un processo di loyalty brandindig verso i più giovani occorre avere ben salde le colonne che reggono l’etica del business ed intercettare i propri futuri clienti fedeli con i quali cooprogettare i nuovi prodotti e servizi attraverso le dinamiche oggi possibili col web, sfruttandone da subito tutto il potenziale.

https://www.problem-solving.net/1-strategia-marketing-problem-solving/